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Spizzy
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Esame
le mie tag per l'esame:
mhp (interattività in tv)
YouTube phenomena (il bene ed il male)
I dubbi son fatti per render forti le certezze
Maurizio Pizzato
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Loris Tissino
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Quota: | Originariamente scritto da Martin
Quota: | Originariamente scritto da Stefano Cossio
Il quotidiano britannico Telegraph ha deciso di pubblicare una lista dei 101 siti più utili, al secondo posto dietro all'ovvio Google ha messo il sito
Anonymouse. Dopo aver letto l'articolo se avete voglia rispondete a questa domanda.
Secondo voi è importante celare la propria identità digitale? |
Si, è un web proxy come quello che abbiamo utilizzato alle prime lezioni, quando non si riusciva ad accedere al sito.
Non so quanto più o meno l'anonimato sia protetto nell'uno o nell'altro sito, però le funzionalità sono simili.
Comunque tendo a precisare... protezione della privacy sì... ma a che livello? Ok, i siti che guardate non aggiungeranno cookie al vostro browser, non
sapranno il vostro IP, ma pensate davvero che un web proxy possa difenderci?
Provate a combinare qualche casino sul web o fare atti di pirateria pesanti... nel giro di 1 ora la pula busserà alla porta di casa vostra, web proxy
o meno |
Sono due problemi molto diversi. In generale, la privacy non è una cosa che riguarda le inchieste della magistratura (o della polizia postale).
L'uso di un anonimizzatore serve a rendermi trasparente rispetto ai gestori dei siti web, che potrebbero profilarmi, associare il mio indirizzo di
posta elettronica (nonché il nome e il cognome, che in alcuni casi conta ancora) non solo agli acquisti fatti, ma anche alle cose cercate, agli
interventi fatti nei forum, ecc.
La sua funzione non è quella di rendere invisibile un navigatore per consentirgli di fare qualsiasi cosa rimanendo impunito (non voglio aprire qui la
discussione su cosa andrebbe punito e cosa no, che ci porterebbe lontano...)
Con le tecnologie non avanzate, che a me piacciono ancora, si è anonimi quando si entra in una libreria, in un'edicola o in un negozio di vestiti e si
dà un'occhiata ai libri, alle riviste esposte, oppure ci si prova un vestito... non che un rapinatore possa però appellarsi all'anonimato e alla
privacy per non essere incriminato.
Loris
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Spizzy
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Risposte: 27
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mhp: a che serve?
La mia domanda vuole essere posta sia come quesito che considerazione...
Per rispondere al quesito: mhp è una piattaforma funzionante in Java che permette a quei decoder digitali o televisori con digitale integrato
predisposti di interagire per ricevere contenuti o per usufruire di servizi on line.
La spinta doveva avvenire sopratutto in ottica di Television Governement, ossia usare il televisore per avvicinarsi ai vari servizi che le pubbliche
amministrazioni possono offrire.
Ora mi permetto di dire: attualmente, a che serve? A quasi niente... La maggor parte delle persone che hanno comperato questo decoder non usano i
servizi con il canale di ritorno, cioè la linea telefonica: solo le nuove abitazioni hanno la presa telefonica vicino a quella televisiva e questa
mancanza è uno dei disincentivi all'utilizzo.
L'unico uso è in interattività locale: rispondere ai quiz, usare i giochi, guardare la programmazione delle varie TV, usare il televideo digitale. E
tutte le proposte fatte per l'interattività? che fine hanno fatto?
Altro motivo che spinge l'utenza al non uso della TV come media interattivo è lo sviluppo di internet: se già la rete permette questo, perché
duplicarlo in TV? Ora ci troviamo grazie ad un incentivo statale, bocciato poi dalla UE, ad avere nelle nostre case tanti decoder inutilizzati per le
loro potenzialità.
Lo sviluppo che dovrà essere affrontato in futuro, secondo me, è sfruttare la banda digitale televisiva per ampliare la rete, sostenendo l'arrivo dei
"media center" che entreranno sempre più numerosi nelle nostre abitazioni in pochi anni e che saranno il fulcro per tutti i media.
I dubbi son fatti per render forti le certezze
Maurizio Pizzato
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Loris Tissino
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Tecnologie appropriate
Quota: | Originariamente scritto da carlo
E sei entrato dentro la questione che considero + interessante: il rapporto tra rete e territorio.
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Devo ancora capire se le nuove tecnologie dovrebbero essere positive solo in quanto nuove.
Ho posto più volte il problema in questo forum, ma senza ricevere risposta.
Cito da Le Tecnologie Appropriate oggi:
Quota: |
Oggi la tecnologia non è soltanto uno strumento, una realizzazione offerta sul mercato dei consumi dalla moderna industria. In una accezione ampia e
globale, la tecnologia è la soluzione ad un bisogno umano che nasce dalla simultanea compresenza di uomini, attrezzature impiegate, ambiente naturale
e organizzazione produttiva. Possiamo quindi definire una qualsiasi risposta ad una esigenza umana, cioè una tecnologia, dal punto di vista sociale,
economico, ecologico e politico.
Le tecnologie appropriate sono quelle risposte ai bisogni fondamentali dell’umanità che:
* Socialmente migliorano le condizioni di vita della gente;
* Economicamente usano in maniera saggia le risorse del pianeta;
* Ecologicamente rispettano gli equilibri e le leggi della natura;
* Politicamente decentrano fra la gente il governo della cosa pubblica.
Bisogni essenziali comuni e generalizzati, quali il lavoro della terra, la produzione di beni e servizi, la casa, il vestire, il mangiare, il
comunicare e tanti altri hanno avuto storicamente e in luoghi diversi risposte e quindi tecnologie più o meno appropriate.
Oggi, proporre la filosofia delle tecnologie appropriate significa impegnarsi a realizzare un mondo in cui gli esseri umani lottano per una esistenza
migliore, intesa come incremento delle potenzialità creative dei singoli popoli, in un equilibrato rapporto fra ambiente naturale e realtà modificata
dall’uomo.
...
Le tecnologie appropriate, quindi, presuppongono un tipo di società diversa da quella attuale.
Una società che punta sul decentramento a livello locale e regionale, che basa la politica sulla partecipazione diretta e di base, che ritrova il
senso del vicinato e dei rapporti conviviali tra le persone, che vede la terra come un bene comune da salvaguardare e non una risorsa da sfruttare,
che tiene conto delle culture locali e delle tradizioni di ogni popolo.
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In linea di massima, prima di dire che una tecnologia è positiva, mi chiederei:
a) qual è il bisogno che soddisfa?
b) da dove deriva quel bisogno?
c) quali sono le risorse che si consumano per soddisfare quel bisogno?
d) ammesso e non concesso che quel bisogno fosse reale, esistevano altre tecnologie per soddisfarlo, meno impattanti per l'ambiente, più rispettose
delle diversità, più accessibili?
e) le risorse impegnate per il soddisfacimento di quel bisogno a chi/cosa vengono sottratte?
f) esistono altri bisogni che non vengono soddisfatti e che meriterebbero la nostra attenzione -- non è una questione di benaltrismo;
piuttosto, "non è facile trovare bambini e bambine che sappiano piantare chiodi, segare, raspare, scartavetrare, incollare... anche perché è difficile
incontrare adulti che vanno in ferramenta a comprare i regali ai propri figli. Quello dell'uso delle mani è uno dei diritti più disattesi nella nostra
società post-industriale e rischiamo di avere bambini e bambine capaci di stare ore davanti ad un computer, ma incapaci di usare un martello o un paio
di pinze." (I diritti naturali di bimbi e bimbe)
Possiamo anche dotarci tutti di cellulari di nuova generazione, smart phones interattivi e geolocalizzati, segnalarci reciprocamente grandi quantità
di tag e geotag (magari non creati da manodopera sottopagata, ma questo è un altro discorso..).
Il punto è: saremo più felici? comunicheremo meglio? per dirci cosa? riusciremo a risolvere più problemi? consumeremo meno risorse?
Mi sembra che queste cose andrebbero valutate...
Ovvio che ci sono alcuni usi delle tecnologie della comunicazione indubbiamente utili. Condivisione di idee ed informazioni, spostamenti di bit
anziché di atomi, comunicazione di rete svincolata dalla compresenza e della contemporaneità, ecc.
Per altre mantengo le mie perplessità.
Loris
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filippo.baracchi
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Risposte: 80
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Quota: | Originariamente scritto da Martin
per quanto riguarda il libro...
beh, sottolineo quello che forse in molti come me hanno visto come leit motiv di molti discorsi che fa Carlo: PROSUMER - l'utende che oltre ad essere
consumatore di informazioni diventa anche produttore. In tutti i sistemi di cui abbiamo discusso, dai blog, alle mappe di google, alla wikipedia,
troviamo un utente produttore di informazioni!
Molte informazioni o meglio tecnologie le conoscevo già, ma tante altre no. E ad alcune tendenze non avevo neppure dato un nome, pur sapendo della
loro esistenza. Come per esempio il prowling e il sistema Zogo; la prima volta che l'ho visto in opera è stato in una puntata di CSI; ma chi sapeva
come chiamarlo?
Sono dunque d'accordo con Alberto quando definisce il libro una "piccola enciclopedia ragionata".
Forse l'unica perplessità (e chi tra di voi mi conosce lo sà) è che ci sono tanti nomi nuovi e terminologie particolari, ed io ho un fortissimo
problema a ricordarmi i nome e i numeri
É interessante pure la parte in cui parla del Edutainment e nuovi modi per insegnare, che però mi fa ricordare alcuni esempi di realizzazione di DVD
interattivi pessime.
Quindi aggiungo un mio commento critico... utilizzare sì le nuove tecnologie e nuove forme di comunicazione ma con testa e pensando sempre all'utente
finale.
Beh, sì è anche quello che diceva il buon Speretta quando parlava di e-learning. |
condivido pienamente!
have you seen it?
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carlo
Amministratore
Risposte: 2024
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grande forum
devo proprio riconoscere che state facendo un gran bel lavoro in questo forum.
E' evidente che ci avete preso gusto.
Lo state facendo per voi: è ciò che conta.
Sono molto soddisfatto.
Useremo il lab solito x l'esame, quindi avremo videoproiettore e web. Claro.
Nel forum era riuscita fuori, se non ricordo male (ma non la ritrovo, per quotarla, ho cercato, cercato, ma è talmente denso...) la questione della
sottoveglianza.
Vi allego la traccai di un progetto che forse avrà sviluppo a Torino.
Ve la lancio come idea...
Ma perchè non proponete delle tesi-progetto da realizzare in un'azione?
Ci vediamo domani.
Peccato x il teatro...
Allegato: Sottoveglianza_Happening.rtf (73kB)
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marco bortoli
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IN FIERA A CREMONA:
La mostra è resa ancora più avvincente dal gioco del "dinosauro misterioso": il visitatore si trasformerà in detective per scoprire, attraverso le
informazioni scientifiche fornite durante il percorso, l'identità del dinosauro misterioso.
EDUCAZIONE E INTRATTENIMENTO;
SEMBRA CHE IN POCHI CONOSCANO LA DIFFERENZA TRA DUE LEMMI:
INTERATTIVO E MULTIMEDIALE NON SONO SINONIMI!
AL MUSEO COMINALE DI VELLETRI AD ESEMPIO:
Ai criteri innovativi dell'allestimento interattivo, che punta al coinvolgimento emotivo e sensoriale del visitatore, si aggiunge lo speciale
"Itinerario bimbi", percorso di lettura per i visitatori più piccoli costituito da pannelli iconografici ad altezza di bambino, che raccontano i
contenuti delle diverse sezioni attraverso immagini colorate e un linguaggio semplice e divertente.
PER INTERATTIVITA' BISOGNEREBBE PARLARE DI EXHIBIT
Gli exhibit predisposti sono circa cento, perciò il visitatore può soddisfare le molteplici curiosità scientifiche, con un approccio ludico e
stimolante.
EXIBIT=LABORATORIO/ DIMOSTRAZIONE PRATICA:
http://www.reciproca.it/cultura/museo_interattivo/exhibit1htm
http://www.reciproca.it/cultura/museo_interattivo/exhibit2.htm
QUESTA SEMBRA VERA INTERATTIVITA' :
http://fuoridalghetto.blogosfere.it/2007/07/un-nuovo-museo-interatt...
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Elena82
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SOTTOVEGLIANZA
Quota: | Originariamente scritto da Spizzy
Ciao a tutti! Ho passato un periodo di assenza da internet, solo il tempo di scaricare la posta (neanche quello gli ultimi giorni) impegnato in altri
fronti... Ho letto però i vari e numerosi interventi nel forum: li ho trovati molto interessanti.
Ho avuto un'idea che sarebbe bello rendere possibile all'interno del consorzio universitario: usare le varie telecamere per una sottoveglianza. Il
tutto con l'autorizzazione della direzione del consorzio (se ce la dà)...
Che ne pensate?
CIAO! |
ECCO QUA IL POST SULLA SOTTOVEGLIANZA
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Elena82
Member
Risposte: 25
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Quota: | Originariamente scritto da marco bortoli
IN FIERA A CREMONA:
La mostra è resa ancora più avvincente dal gioco del "dinosauro misterioso": il visitatore si trasformerà in detective per scoprire, attraverso le
informazioni scientifiche fornite durante il percorso, l'identità del dinosauro misterioso.
EDUCAZIONE E INTRATTENIMENTO;
SEMBRA CHE IN POCHI CONOSCANO LA DIFFERENZA TRA DUE LEMMI:
INTERATTIVO E MULTIMEDIALE NON SONO SINONIMI!
AL MUSEO COMINALE DI VELLETRI AD ESEMPIO:
Ai criteri innovativi dell'allestimento interattivo, che punta al coinvolgimento emotivo e sensoriale del visitatore, si aggiunge lo speciale
"Itinerario bimbi", percorso di lettura per i visitatori più piccoli costituito da pannelli iconografici ad altezza di bambino, che raccontano i
contenuti delle diverse sezioni attraverso immagini colorate e un linguaggio semplice e divertente.
PER INTERATTIVITA' BISOGNEREBBE PARLARE DI EXHIBIT
Gli exhibit predisposti sono circa cento, perciò il visitatore può soddisfare le molteplici curiosità scientifiche, con un approccio ludico e
stimolante.
EXIBIT=LABORATORIO/ DIMOSTRAZIONE PRATICA:
http://www.reciproca.it/cultura/museo_interattivo/exhibit1htm
http://www.reciproca.it/cultura/museo_interattivo/exhibit2.htm
QUESTA SEMBRA VERA INTERATTIVITA' :
http://fuoridalghetto.blogosfere.it/2007/07/un-nuovo-museo-interatt...
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marco il link sull interattivita non funziona... non trova la pagina....
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Martin
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Risposte: 53
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Quota: | Originariamente scritto da Elena82
Quota: | Originariamente scritto da marco bortoli
IN FIERA A CREMONA:
La mostra è resa ancora più avvincente dal gioco del "dinosauro misterioso": il visitatore si trasformerà in detective per scoprire, attraverso le
informazioni scientifiche fornite durante il percorso, l'identità del dinosauro misterioso.
EDUCAZIONE E INTRATTENIMENTO;
SEMBRA CHE IN POCHI CONOSCANO LA DIFFERENZA TRA DUE LEMMI:
INTERATTIVO E MULTIMEDIALE NON SONO SINONIMI!
AL MUSEO COMINALE DI VELLETRI AD ESEMPIO:
Ai criteri innovativi dell'allestimento interattivo, che punta al coinvolgimento emotivo e sensoriale del visitatore, si aggiunge lo speciale
"Itinerario bimbi", percorso di lettura per i visitatori più piccoli costituito da pannelli iconografici ad altezza di bambino, che raccontano i
contenuti delle diverse sezioni attraverso immagini colorate e un linguaggio semplice e divertente.
PER INTERATTIVITA' BISOGNEREBBE PARLARE DI EXHIBIT
Gli exhibit predisposti sono circa cento, perciò il visitatore può soddisfare le molteplici curiosità scientifiche, con un approccio ludico e
stimolante.
EXIBIT=LABORATORIO/ DIMOSTRAZIONE PRATICA:
http://www.reciproca.it/cultura/museo_interattivo/exhibit1htm
http://www.reciproca.it/cultura/museo_interattivo/exhibit2.htm
QUESTA SEMBRA VERA INTERATTIVITA' :
http://fuoridalghetto.blogosfere.it/2007/07/un-nuovo-museo-interatt...
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marco il link sull interattivita non funziona... non trova la pagina....
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http://fuoridalghetto.blogosfere.it/2007/07/un-nuovo-museo-interatt...
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AlbertoB
Member
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Quota: | Originariamente scritto da AlbertoB
sinestesia
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A proposito avevo trovato questo berev articolo su uno sviluppo in campo medico dell'università di Harvard. Per un uso della sinestesia per migliorare
la vita
(C'è anche un software sperimentale...che a me non funziona ma non mi vanno un sacco di cose...)
http://www.focus.it/sesso__comportamento/notizia/Il_suono_delle_cos...
L'imprescindibile "Expanded cinema" di Gene Youngblood, libro quasi profetico, anticipatore, di frontiera...mai tradotto né in Italia ne in molti
paesi europei...Per Youngblood le nuove possibilità della visione contemporanea non sarebbero state nel 'cinema' ma nella sua visione 'espansa', e
soprattutto sarebbe stata la sinestesia, anzi conia il termine 'synaestetic", proprio per definire anche una nuova estetica di una visione che ci
avvolge e ci ampli le percezioni. Youngblood punta su poche cose, ma già nel 1971: sinestesia, socializzazione, interattività.
http://www.ubu.com/historical/youngblood/expanded_cinema.pdf
Quota: | Originariamente scritto da AlbertoB
nomadismo
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Una breve dissertazione sull'irrequietezza della rete a partire da Pierre Lévy.
http://www.m-team.it/interne/cybernom.html
"Babel" di Alejandro G. Inarritu è un film che nella sua forma e nella sua storia è forse uno dei pochi che senza mettere in scena realtà virtuali o
portali web, ci fa comprendere questo nomadismo contemporaneo, questa interconnessione fra spazi persone, spazi e idee...
http://www.youtube.com/watch?v=qIEDXUkkHiY&feature=related
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AlbertoB
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Teleinsegnamento sperimentale nelle scuole della Valle Stura in Piemonte
http://www.regione.piemonte.it/piemonteinforma/scenari/2008/febbrai...
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Spizzy
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YouTube e interattività
Nel precedente post parlavo del mhp, praticamente il sistema usato per l'interattività nel digitale terrestre, auspicandomi per un futuro lo sviluppo
dei media center; questo lancia anche il discorso che vorrei fare su YouTube.
I media center (a me risulta in modo particolare apple TV) hanno adottato la possibilità di vedere YouTube direttamente dagli schermi televisivi,
rendendoci in questo caso veramente il mondo a portata di mano! Naturalmente il fenomeno YouTube ha portato una rivoluzione del concetto di fruizione
delle immagini, rendendo veramente l'utente del servizio un produttore - consumatore "prosumer" come più volte trattata nel libro.
"La TV la fai tu" è uno slogan di pnbox che ha esordito più di un anno fa, ma che solo YouTube è riuscita a costruire veramente; certo, non abbiamo i flussi continui della TV
normale, ma pnbox prevede prima un processo net out (spedizione della cassetta, vaglio dell'interesse da parte della redazione) che il
maggior contenitore di video mondiale non ha di certo.
Un altro slogan che YouTube sicuramente può fare suo è "Di tutto, di più" che RAI ha usato nel passato: tantissimi sono i contenuti che possiamo
trovare, dagli eventi più importanti alle stupidaggini più assurde, dai reportage giornalistici più interessanti alle pubblicità che mai vedremo in
TV. Il bello di YouTube è che tutti possono fare e sciegliere ciò che guardano, il brutto è che i filtri sono pochi. Purtroppo con la stessa facilità
troviamo, appunto,sia l'argomento interessante, sia le bravate di studenti annoiati che per il gusto di far qualcosa distruggono quel che capita a
portata di mano, Tutto ripreso dall'occhio di una telecamera, tante volte di un cellulare.
Allora viene da pensare che sia necessario un nuovo modo di educare che non può essere fermo solo ai libri, ma all'immagine ed ai media, per sfuggire
alle tentazioni di rendere grandi le cose piccole e di non subire la passività della TV. L'importanza della socialità quindi al di fuori della rete e
che si proietta all'interno, senza criminalizzare o sottovalutare i mezzi, occupandoci fino in fondo ed in tutti gli ambiti di che profondo
significato hanno le possibilità a noi offerte.
I dubbi son fatti per render forti le certezze
Maurizio Pizzato
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AlbertoB
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Risposte: 56
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Quota: | Originariamente scritto da Loris Tissino
Con le tecnologie non avanzate, che a me piacciono ancora, si è anonimi quando si entra in una libreria, in un'edicola o in un negozio di vestiti e si
dà un'occhiata ai libri, alle riviste esposte, oppure ci si prova un vestito... non che un rapinatore possa però appellarsi all'anonimato e alla
privacy per non essere incriminato.
Loris |
Prendo questa tua considerazione, collegandola a quella di Martin sulla 'videosorveglianza a Roma', anchio credo che essere anonimi, di aver la
possibilità di scomparire, di scappare, di non essere trovato, sia se vado a imboscarmi in un monastero o a farmi un giro per negozi senza che rimanga
traccia della mia presenza io la trovo una cosa positiva. Forse ho capito male, ma sono dubbioso sulla necessità nel quotidiano di molti strumenti...
La socializzazione e la condivisione sono importanti e aiutano, anche e soprattutto con le nuove tecnologie, ma si può avere il diritto di rimanere
anonimi, di scomparire? E' un atteggiamento riprovevole?
Quota: | Originariamente scritto da Loris Tissino
In linea di massima, prima di dire che una tecnologia è positiva, mi chiederei:
a) qual è il bisogno che soddisfa?
b) da dove deriva quel bisogno?
c) quali sono le risorse che si consumano per soddisfare quel bisogno?
d) ammesso e non concesso che quel bisogno fosse reale, esistevano altre tecnologie per soddisfarlo, meno impattanti per l'ambiente, più rispettose
delle diversità, più accessibili?
e) le risorse impegnate per il soddisfacimento di quel bisogno a chi/cosa vengono sottratte?
f) esistono altri bisogni che non vengono soddisfatti e che meriterebbero la nostra attenzione -- non è una questione di benaltrismo; piuttosto, "non
è facile trovare bambini e bambine che sappiano piantare chiodi, segare, raspare, scartavetrare, incollare... anche perché è difficile incontrare
adulti che vanno in ferramenta a comprare i regali ai propri figli. Quello dell'uso delle mani è uno dei diritti più disattesi nella nostra società
post-industriale e rischiamo di avere bambini e bambine capaci di stare ore davanti ad un computer, ma incapaci di usare un martello o un paio di
pinze." (I diritti naturali di bimbi e bimbe)
Possiamo anche dotarci tutti di cellulari di nuova generazione, smart phones interattivi e geolocalizzati, segnalarci reciprocamente grandi quantità
di tag e geotag (magari non creati da manodopera sottopagata, ma questo è un altro discorso..).
Il punto è: saremo più felici? comunicheremo meglio? per dirci cosa? riusciremo a risolvere più problemi? consumeremo meno risorse?
Mi sembra che queste cose andrebbero valutate...
Ovvio che ci sono alcuni usi delle tecnologie della comunicazione indubbiamente utili. Condivisione di idee ed informazioni, spostamenti di bit
anziché di atomi, comunicazione di rete svincolata dalla compresenza e della contemporaneità, ecc.
Per altre mantengo le mie perplessità. |
Non posso alla fine, che sottoscriverli i dubbi, anche perché, da un po di tempo vengo preso troppe volte da un certo 'ottimismo tecnologico', solo
che poi mi scontro con una realtà differente...
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Andrea_Bruscia
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Risposte: 16
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Google è nero!
Non ricordo se se ne era accennato in qualche post vecchio, ma vorrei fare due considerazioni su come un'idea semplicissima possa rivelarsi a dir poco
geniale: un esempio è
http://www.neroogle.com (e simili, come http://www.blackle.it , ecc.).
Tutto nasce da un recente articolo di MARK ONTKUSH del 22 Febbraio che sosteneva che Google potrebbe far risparmiare al mondo un buona dose di energia
elettrica se solo cambiasse il design della sua pagina web. Cambiare il colore della sua home page da un bianco “succhia-elettricità” a un più
ecologico nero sarebbe un'idea geniale e salva-ambiente.
Stiamo parlando di Google, che smista circa 200 milioni di ricerche al giorno. Facciamo conto che per ogni richiesta si trascorrano almeno 10 secondi
sulla schermata iniziale, questo significa che sul desktop di Google ogni giorno i monitor sostano qualcosa come 550.000 ore.
L'idea è quella di cambiare lo sfondo al motore di ricerca più usato del mondo, creando fondamentalmente due benefici: il risparmio energetico e la
riduzione dello stress visivo. Il colore nero è quello che meno consuma dal punto di vista energetico su un monitor LCD, in quanto il pixel rimane
spento, al contrario del bianco. Neroogle sfrutta questo principio per offrirsi come alternativa al colosso google, e con questa elementare operazione
è riuscito a "pescare" molti netizen dal miliardario bacino del colosso americano.
La cosa su cui riflettere è che tecnicamente realizzare questo progetto è davvero una stupidaggine, l'avrebbe potuto fare chiunque di noi.. si tratta
solo di impostare una pagina nera con un modulo di ricerca google all'interno, e dargli un minimo di interfaccia grafica. E' proprio l'esempio
principe di come a volte basti avere una grande idea!
Al 2 Aprile 2008 sono stati risparmiati 285.013.815 Watt*ora.
«Nerooogle.com vi invita ad usare una pagina di ricerca con fondo nero per ridurre lo stress visivo e risparmiare migliaia di watt mentre effettuate
le vostre abituali ricerche. Il motore di ricerca è stato creato con Google Co-Op in una nuova veste nera. Tutte le ricerche di questo portale vi
porteranno a visualizzare i risultati con fondo nero e testo grigio chiaro. Nerooogle non ha alcun legame con Google, è un'iniziativa italiana per il
risparmio energetico».
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Elena82
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Risposte: 25
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link sul videoteatro:
http://www.youtube.com/watch?v=c3Rv8fP1aTM
e una forma più ridotta:
http://www.youtube.com/watch?v=mEmcG93OB0Q
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Giovanni Di Qual
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Risposte: 19
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Un' osservazione:
The Blair Witch Project e il più recente Cloverfield, tenendo conto anche (e soprattutto) delle campagne pubblivitarie che ci sono state dietro,
possono essere considerati una forma di Performing Media?
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AlbertoB
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Risposte: 56
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c'è anche dj Spooky , una figura fondamentale e interessante di artista multimediale... è stato anche a Padova poco fa (sempre quando me ne vado fanno le
cose migliori...?!) [url] http://www.tea-trends.it/index.php?option=com_content&task=view&id=... [/url]
Filippo, prova a vedere i suoi progetti di ri sonorizzazzione e di remix dei film di Griffith e di Vertov, secondo mene fa usci8re ancora di più la
modernità e l'attiualità, rimettendo in circolo quelle immagini, anche attraverso una lettura sia critica e storica (il razzismo in Griffith) ma anche
formale, secondo me non so se migliore ma più estesa di operazioni come le risonorizzazioni da parte di per es. Micheal Nyman...perchè non chiamano
spooky alle Giornate del cinema muto?
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Elena82
Member
Risposte: 25
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Quota: | Originariamente scritto da Giovanni Di Qual
Un' osservazione:
The Blair Witch Project e il più recente Cloverfield, tenendo conto anche (e soprattutto) delle campagne pubblivitarie che ci sono state dietro,
possono essere considerati una forma di Performing Media? |
guardavo giusto l altro giorno una puntata del vecchio serial anni '80 twin peaks...in una scena si utilizzava la stessa tecnica di the
blair...sembrava preso da lì...3 ragazzi nella notte dialogano con una pila puntata in faccia..e nella scena seguente corrono e si vede la loro
soggettiva..sembrava proprio una telecamera amatoriale, con tutti gli scossono della corsa...insomma una scena degna di the blair..peccato che twin
peaks sia degli anni '80 mentre la strega di blair è del 1999...
ehm...
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Loris Tissino
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Risposte: 34
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Neroogle
Quota: | Originariamente scritto da Andrea_Bruscia
E' proprio l'esempio principe di come a volte basti avere una grande idea!
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Già. Dovremmo proporre all'Uni che cambi il colore di sfondo di Sindy ;-)
E, Carlo, visto che passiamo molto tempo in questo forum, anche qui si potrebbe passare a scritte chiare su sfondo nero...
A tra poco
Loris
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filippo.baracchi
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torinorama
A proposito di Paolo Gerbaudo:
http://www.netzfunk.org/digerati/orama/utopia/torino/?task=credits&...
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filippo.baracchi
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intervista su YouMap
allego la breve intervista fatta a proposito del progetto YouMap.
Allegato: intervista su YOU MAP.pdf (60kB)
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MariC
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parto da un termine che si è rivelato importante in questa fase in continuo sviluppo di ragionamenti e proposte: GLOCAL
immaginando di dover dare un contributo in tal senso, facendo fiorire utenti attivi che nello stesso tempo non sono però sconnessi dal passato o dalla
loro realtà
metterei l'accento sull'importanza di salvaguardare la storia e usanze in particolare i dialetti.
i dialetti destano curiosità, alcuni sono particolarmente armonici e musicali.
vorrei ipotizzare quello che si fa già per lingue ampiamente diffuse ovvero un blog/sito suddiviso in vari settori: come suggerisce un articolo anche
se datato di repubblica http://www.repubblica.it/online/societa/dialetti/dialetti/dialetti....
grammatica, glossario e modi di dire che poi si ampliano a seconda delle esigenze.
del mio dialetto esiste per esempio già un vocabolario che però non è stato mai pubblicato ma è consultabile presso la biblioteca comunale.
inoltre il tutto si potrebbe infarcire con le più svariate metodologie dalle lezioni online gratuite sia sincrone tenute per esempio dalla biblioteca
del paese oppure asincorne con una serie di file video scaricabili a mo' di lezione.
fino ad arrivare alla proposta di vere e proprie prove di verifica sempre da tenere online. I più bravi si meriteranno di provare sul campo cosa hanno
imparato con una visita nel paese di riferimento.
per chi volesse cimentarsi con il mio astruso ma affascinante dialetto può dare un occhio qui:
http://nertwork.blogspot.com/
si tratta di un progetto iniziato tempo fa insieme ai ragazzi del centro di aggregazione
avevamo scelto in nome NERT-WORK non a caso visto che la parola NERT corrisponde al nome del paese in dialetto.
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MariC
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in questo modo si concentrano le energie nell'allargare le relazioni fra culture, di rendere più fluido lo spazio di scambio interculturale.
così si può ritagliare e far emergere un angolo della propria cultura, etnia e senso di appartenenza per sentirsi meno dispersi in un mondo
globalizzato.
http://noiperborei.blogspot.com/2006/04/limportanza-di-mantenere-le-proprie.html
http://www.centrotradizioneorale.net/
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MariC
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http://www.trentinocultura.net/radici/identita/tradizioni/tradiz_orali_h.asp
dialetto e letteratura
http://userhome.brooklyn.cuny.edu/bonaffini/DP/dialettoletteratura....
dialetto nel lessico dei giovani
www.maldura.unipd.it/romanistica/cortelazzo/bozza.doc
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