Si incontrano in una situazione estrema in
quanto uno ,il tunisino è prigioniero dell'altro ma in una lunga
attesa notturna i due si incontrano. Tutti e due hanno nostalgia
della loro terra del rapporto con il loro mare.
Tutti e due rimpiangono quella dimensione di vita in cui l'uomo
è corpo,anima, comunità ,tradizione, storia, libertà e non, solo
un consumatore o un prodotto da essere consumato . I due protagonisti
per vivere come hanno deciso devono pagare un prezzo alla così detta
società civile ed essendo poveri uno dei due paga con la sua vita,
perchè comunque il suo sogno si realizzi attraverso la vita del
suo compagno di viaggio. (Angelo)
Il dolore comune
Il buio...un respiro estenuante...all'improvviso
mi sento afferrare da una forte tensione che mi stringe la gola,
il ritmo del mio cuore aumenta e pare assuma lo stesso andamento
di quel respiro creandomi paura, rabbia, fastidio...attendo impaziente
di vedere chi c'è in scena.....; c'è un uomo legato imbavagliato
che si dimena.... il suo volto è quello della disperazione.... accanto
a lui il suo sequestratore ...il suo volto è quello della disperazione...
ed è proprio questa strana similitudine che ad un certo punto non
mi rende più così chiaro chi è l'oppresso e chi l'oppressore...differenze
che celano un dolore comune "accettare l'altro" anche nella sua
diversità per non vederlo come uno "sporco negro" o un "terrone"
ma come una parte che con le proprie peculiarità diventa tassello
integrante di un "noi" ( inteso come umanità).Il dialogo tra i due
attori in tutte le sue sfumature ha delineato,secondo me come sia
facile disprezzare "l'altro" quando non si conosce neanche il suo
nome e come in questa mancanza si riconosce la propria esclusione.Una
tragedia" la Mattanza "che sembra voler quasi riscattare la forza
che l'umanità intera potrebbe ritrovare se solo si riconoscesse
una DIGNITA'. (Ljuba)
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