Madonne laiche e trinceatelematiche |
La
stagione scorre con un moto alterno, alti, bassi e molti, troppi, medi
toni di programmazione teatrale. Per fortuna riappare, dopo il passaggio
al Teatro Garybaldi di Settimo, quel piccolo-grande pezzo teatrale di
Zibetti, "Me", che si rivela eccellente
macchina attoriale. In controaltare, su un registro più che femminile
(come definire qualcosa che supera l'idea stessa di sensualità
per giungere ad un livello di performance in cui s'evoca una "madonna
laica"?) emerge dalla media stagione teatrale una chicca coreografica
di Paola Bianchi. Per il resto, grandissimo impegno dei ragazzi che
collaborano a Teatron è riversato in BIGTorino, la Biennale dell'arte
emergente per cui viene attuata un'entusiasmante "trinceatelematica".
Tra gli eventi mimetizzati nella città si evidenzia poi un'atto
di teatralità etica ideato da Beppe Rosso, "Deportati",
e da altre città arrivano note sugli ultimi lavori di Marcello
Sambati e Robert Lepage.
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FreaK di Agar, ispirato a Frida Kahlo, la madonna ferita dell'arte rivoluzionaria |
L'icona
incarnata Paola (Bianchi)
è una delle danzatrici più consapevoli che abbia conosciuto.
Paola Bianchi interpreta questa visionarietà e l'amplifica in un gioco che ne raddoppia l'immagine: quella dell'azione dal vivo e quella di un video che in proiezione, con un sapiente bianconero stilizzato e rallentato, esalta una performance che sollecita una riflessione sulla visione in corpo. (cain) |
Se il romanzo esce dal libro
....continuavo a ripetermi: come ho fatto a stare due ore seduta su una sedia, a sentire un attore che racconta una storia... due ore di monologo continuo, quasi sempre intenso, in alcuni momenti (per fortuna pochi) dichiaratamente baricchiani.... sue le pause, gli accenti, le espressioni, tanto da aver intuito che qualcosa con Baricco (e la sua scuola, visto che di Holden si tratta) quel ragazzo, di età indefinibile, e dalla fisionomia indefinibile, doveva avere a che fare.... ma nonostante tutto, solo questo piccolo contatto con la realtà, è stato l'unica cosa che mi ha distolto dalla narrazione, e per pochi istanti dalla storia, nella quale sono entrata esattamente come mi capita di fare quando leggo un libro... e preciso, non era qualcuno che mi raccontava la storia di un romanzo, era il romanzo che usciva dal libro, che seguiva tutte le direzioni che può seguire l'immaginazione quando leggi... ho visto rappresentata la mia immaginazione, e se non proprio la mia, di cui non sono sempre cosciente, ne ha fermato e tracciato alcune linee percorribili. Il tramite stava oltre che nel testo, soprattutto nel fatto che l'attore non "recitava", non rappresentava qualcosa di diverso da se, ma era.... Me.... (cyberilla) |
Deportati
in un carro bestiame |