mercolediundiciottobreduemila

Si scoperchia il pentolone teatro-scuola

E terzo giorno fu. Si sente la stanchezza. Ieri ho fatto dodici ore filate, cercando tra hard disk, floppy e collegamenti alla rete locale dei file scritti dagli insegnanti (dalle insegnanti che, come al solito, sono la maggioranza). Tutti siamo stanchi, ma si percepisce una buona soddisfazione. Bene, benissimo.
Oggi tocca a Davide Venturini del TPO di Prato, coautore di "Storie zip" di cui parlo ampiamente nella dispensa sui "nuovi cantastorie elettronici", disponibilissimo già ieri sera a "giocare" con la sua camera digitale per "giocare" con le nostre facce tradotte in maschera elettronica.
Questa diventa un'occasione per rendere più evidente il mio discorso teorico sul rapporto tra corpo ed elettronica, con Mario Turello si intrecciano riflessioni di cui accogliamo qui alcuni documenti illuminanti: "il rizoma delle reti", "la ricreazione del mondo", "machina spiritalis", in cui si coniuga l'arte rinascimentale della memoria con il nuovo paradigma del virtuale. Ulteriori elementi si possono trovare su "imparare giocando"
Anche questa volta si rifa la "mappa concettuale" mente parla e naviga nel suo i-mac e gli appunti diventano notazioni del diario che si implementa anche di un ulteriore contributo prezioso di Lucilla del gruppo di Loredana su "la trasversalità del teatro".
Il pomeriggio si scoperchia il grande pentolone della problematica teatro-scuola, ci si interroga sulla zona grigia tra artisticità e pedagogia, tra il curriculare e l'extracurricolare; si formano gruppi di discussione e prendono forma i "prolegomeni". Domattina in assemblea plenaria si libereranno le domande, le perplessità e le proposte.
(carlo)

 

Il gioco teatrale

L' incontro con D. Venturini ha posto in evidenza le seguenti parole chiave:
ESPERIENZA LUDICA con cui approciare e servirsi dei nuovi media;
MANIPOLAZIONE non solo del testo ma dell' immagine e delle combinazioni immagini-suoni-disegno;
COMBINAZIONE del testo recitato e dell' immagine interpretativa in un nuovo rapporto creativo.
Queste nuove esperienze sperimentali sono affascinanti e coinvolgenti ma sono rimaste, oggi, al livello di curiosità, poiché secondo me non hanno neppure aperto una discussione sull' approccio didattico.
(iride)

 

La trasversalità del teatro

Abbiamo discusso ieri sera a lungo a cena con le altre ragazze sulla figura di colui/colei che "farà teatro" a scuola, e ci siamo convinte che innanzitutto teatro non può essere una materia, ma che deve comunque reclamare una sua trasversalità, pur rappresentando uno strumento educativo autonomo. Voglio dire che teatro, che attraversa tutte le letterature, in quanto forma primitiva e spontanea di espressione, di "narrazione" che implica la vista oltre che l'udito, è contemporaneamente materiale da indagare (quindi fine) e strumento di formazione (quindi anche mezzo) attraverso la scoperta, che riesce a indurre nell'allievo, del corpo, quindi di sé, e della parola, del gesto, ma anche del pensiero, che si fa dialogo, scambio. La sfera che si allarga così attorno al nucleo centrale che figura sullo stage, sul palcoscenico, che sta dietro, in quanto lavoro, sia di preparazione, ma prima ancora di comprensione dei meccanismi, risulta immensa, e fondamentale, assieme a molto altro, è evidente, per l'educazione. E non parliamo certo solo di educazione al controllo di sé, di educazione alla disciplina del corpo e dei mezzi espressivi, di educazione alla comunicazione, ma anche di educazione al riconoscimento della specificità e della dignità dell'altro, alla convivenza civile, eccetera eccetera.
Basta, troppe chiacchiere. Bisognerebbe sintetizzare. Ci proverò. Il fatto è che le idee non sono ancora del tutto chiare...
(lucilla)

 

Prolegomeni per una definizione dei processi di educazione al teatro=scuola

- Il teatro della scuola deve immergersi in un progetto-vuoto, che presuppone la tecnica dell'ascolto e la creazione di empatie attraverso l'azzeramento dell' ego

- Quello che si deve raggiungere è l'obiettivo formativo e non lo spettacolo

- La figura operativa, muovendo da una partecipata esplorazione conoscitiva delle situazioni d'ambiente e in base al patrimonio di tecniche e abilità pregresse, orienta il progetto-vuoto verso successive e progressive definizioni e focalizzazioni.

- Creazione di un sostegno alla immaginazione connettiva- collettiva: qualsiasi elemento casuale può mobilitare il progetto attraverso dinamiche di creazione-costruzione.

- Nell'avanzamento del processo si individueranno caratteristiche che richiedono competenze interne ed esterne che implicano la trasversalità del teatro come tale.

- All'interno del processo occorre selezionare e definire uno o più indici di riferimento (sceneggiatura, musica, scenografia ecc.) secondo un metodo di concatenazione analogica.

- Le competenze esterne devono comunque rispettare l'evoluzione del processo di costruzione.

(donatella mario mia settimio)